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Rappresentativa Nazionale Femminile: Sara Isabel Pisoni (Trento)

Nella foto in alto, Sara Isabel Pisoni al centro tra Linda Fant e Matilde De Muri
Sara Isabel Pisoni - classe 2006, attaccante. Nata a Trento e gioca nel Trento Calcio Femminile (campionato nazionale Serie C)
Una bambina con un sogno. Ci sono passioni che nascono in modo naturale, come un battito di cuore, e per Sara Isabel Pisoni – per tutti semplicemente Isy – il calcio è stato così: un richiamo irresistibile, una voce che le diceva di correre, giocare, essere parte di quel mondo. Da bambina, all’oratorio, osservava i bambini giocare sul campetto polveroso, rincorrere il pallone, gridare, ridere, esultare. Le bambine, invece, restavano a bordo campo a tifare, ma a lei non bastava guardare. Voleva sentire l’erba sotto i piedi, il pallone tra le gambe, il brivido di un tiro ben riuscito. Ogni domenica, nel piccolo paese di Lizzana, Isy si faceva accompagnare ai tornei. Guardava, sognava, immaginava il momento in cui anche lei avrebbe potuto giocare davvero. Finché un giorno, con il cuore pieno di determinazione, chiese ai suoi genitori di iscriverla a una scuola calcio.
I primi passi nel calcio
Quando i suoi genitori la iscrissero alla società sportiva di Lizzana, capì che il suo sogno stava prendendo forma. Dal campetto dell’oratorio passò al campo vero, dove ogni allenamento era una sfida, ogni partita un’emozione. Giocava come difensore, terzino sinistro, e si metteva alla prova contro avversari che non sempre la prendevano sul serio. Ma non importava. Lei correva, contrastava, si rialzava dopo ogni caduta. Non voleva essere “una bambina che giocava a calcio”, voleva essere semplicemente una calciatrice. All’età di 14 anni, è arrivata la chiamata dall’Isera, all'epoca era l’unica società sportiva di calcio femminile della zona, e con la quale ha esordito in Serie C. Da lì, un passo dopo l’altro, è passata al Merano (qui ha giocato insieme a Nadine Nischler attualmente in Serie A) e poi al Trento, la squadra dove gioca oggi.
La magia della Viareggio Women’s Cup
Se c’è un’esperienza che Isy porta nel cuore, è la Viareggio Women’s Cup. Ha partecipato a tre edizioni e ogni volta ha pensato di aver imparato tutto, solo per scoprire, puntualmente, che c’era ancora qualcosa da apprendere. All’inizio, era la più piccola, quella che seguiva le grandi, che ascoltava, che si lasciava guidare. Nell'ultima edizione il suo ruolo è cambiato: da vice capitano, ha imparato a essere un punto di forza per le più giovani. Eppure, ogni volta che la settimana di torneo finisce, Isy si commuove. Non per tristezza, ma perché la Viareggio è un’esperienza che la riempie di vita, che la ricarica, che le dà fiducia in se stessa. Quell’atmosfera ha qualcosa di speciale, quasi magico. Ritrovare vecchie compagne, conoscerne di nuove, sentire che dopo poche ore si diventa una famiglia. Isy lo dice chiaramente: “Viareggio è magia. Ogni ragazza che indossa quella maglia sa di dover dare tutto, perché in quella squadra nessuna si risparmia. Non importa chi si trova di fronte, se la Juventus o un’altra grande squadra: ciò che conta è dimostrare di meritarsi quel posto. Quando abbiamo pareggiato 3-3 contro la Juve, in rimonta, mi sono sentita orgogliosa, carica, viva".
In alto Isy con Matilde De Muri (Real Vicenza)
I gol e le dediche
All’ultima Viareggio, Isy ha segnato tre gol. Ognuno aveva un significato speciale, quasi come fossero messaggi scritti con il pallone. Uno per lo staff, che la supporta sempre ed è eccezionale, riesce a fare cose straordinarie. Uno per il suo fidanzato, che la sostiene nei momenti difficili e che è perfino venuto fino a Viareggio per vederla giocare dal vivo. L’ultimo per la sua famiglia, che le ha permesso di seguire questa passione, nonostante i sacrifici. Isy ricorda bene quando giocava a Merano: i suoi genitori la aspettavano fino alle 23 per riportarla a casa, pur sapendo che il giorno dopo sarebbero dovuti andare a lavorare.
Una ragazza piena di passioni
È una ragazza sensibile, empatica, con mille passioni. Frequenta l’ultimo anno del Liceo linguistico e sogna di continuare gli studi, magari diventando insegnante, come la sua mamma. Vorrebbe portare creatività nelle scuole, proporre attività stimolanti, magari anche legate allo sport. Ama la montagna e le lunghe passeggiate nei boschi, anche se scherza sul fatto che non vorrebbe mai incontrare un orso. Suona il pianoforte, scrive racconti e ha persino vinto un concorso letterario. È affascinata dall’artigianato, da tutto ciò che si crea con le mani, dalla bellezza delle cose semplici. Con orgoglio, dal Trentino Alto Adige, dice di avere il cuore giallorosso.
Un sogno e un motto
Più di tutto, Isy vuole imparare a essere sempre concentrata e concreta nel gioco. A volte la sua sensibilità la porta a vivere tutto in modo intenso, ma lei sa che può trasformarla in un punto di forza. Il suo motto è chiaro: “La sensibilità deve diventare la mia forza. Il calcio non è solo uno sport. È un rifugio, un posto sicuro dove liberare la mente, dove posso sentirmi davvero me stessa."
E, in fondo, non è questo che fanno le grandi passioni? Ti prendono per mano, ti accompagnano, ti fanno sentire viva.