Le notizie sulla Lega Nazionale Dilettanti
Calcio femminile: ecco la verità
Cosimo Sibilia, Presidente Lega Nazionale Dilettanti
Pur nella consapevolezza che in tempi di “disintermediazione” la comunicazione raramente affronta il merito delle questioni, sarebbe auspicabile che ciò avvenisse almeno da parte di chi, per ruoli istituzionali o professione, dovrebbe conoscere le questioni sulle quale interviene.
In questi giorni, ad esempio, sul tema del Calcio Femminile – per il quale, come ho sempre fatto, utilizzo le maiuscole – diversi interventi sono apparsi fondati su quella che, per usare una definizione comune, appare una vera e propria fake news. Credo sia necessario, pertanto, fare chiarezza e fornire a tutti qualche elemento di conoscenza che possa contribuire ad affrontare il tema senza pregiudizi o, peggio, errate convinzioni.
In primo luogo, bisogna sgombrare il campo dagli equivoci generati dalla falsa convinzione che l’assegnazione dei campionati di vertice ad una neo-istituita Divisione nell’ambito della FIGC avrebbe garantito il riconoscimento, per le calciatrici, della qualifica di professioniste. E che, pertanto, la permanenza in ambito della Lega Dilettanti abbia bloccato tale percorso. Niente di più lontano dalla realtà !
Una Legge dello Stato, infatti, la n. 91 del 1981 sul professionismo sportivo, all’articolo 2 assegna alle Federazioni Sportive – ed esclusivamente a loro ! – il compito di attribuire la qualifica di “professionisti” ad “atleti, allenatori, direttori tecnico-sportivi e preparatori atletici” secondo l’indicazione del Legislatore.
Dunque, per tornare al caso concreto, se il Commissario Straordinario della FIGC, Roberto Fabbricini, avesse voluto agire in tal senso, avrebbe potuto farlo tranquillamente, riconoscendo lo “status” di professioniste alle calciatrici che militano nei campionati di Serie A e B senza necessità di alcuna consultazione o autorizzazione. Ma non solo non lo ha fatto, ma non vi è alcun riferimento, nei provvedimenti adottati sino ad oggi, che possa far ritenere che ne abbia l’intenzione.
Viceversa - ed in questo mi sia consentito rivolgermi direttamente alle calciatrici - sia in occasioni pubbliche che private la Lega Nazionale Dilettanti ha assicurato l’A.I.C. che laddove fosse stata avanzata, nel prossimo Consiglio Federale, una proposta in tal senso, l’Associazione Calciatori avrebbe potuto contare sulla disponibilità dei rappresentanti della L.N.D. a discutere della tematica.
Dunque, se c’è qualcuno che ha bloccato e continua a farlo il percorso verso il riconoscimento della qualifica di professioniste per le calciatrici che partecipano ai campionati di vertice, questo siede a Via Allegri e non si trova certamente nella LND !
Se si tiene conto di tale fondamentale questione, potrà forse comprendersi il motivo per il quale la LND è stata costretta ad impugnare la Delibera del Commissario Fabbricini.
Anche sul punto, affrontare il merito della questione contribuirà a fare chiarezza.
L’attuale Statuto della FIGC – norma che, appare persino superfluo ricordare, può essere modificata solo dall’Assemblea dei Delegati - all’art. 9 prevede una esplicita disciplina delle forme di aggregazione delle Società ed Associazioni Sportive, precisando che quelle che si avvalgono di atleti professionisti e che disputano i campionati nazionali professionistici formano Associazioni denominate “Leghe” che fanno esplicito riferimento al professionismo, mentre - e qui mi sia consentita la citazione testuale – “ Le società che si avvalgono esclusivamente delle prestazioni di atleti dilettanti e che disputano campionati dilettantistici formano un’associazione denominata “Lega Nazionale Dilettanti”.
Dunque, per esplicita ed incontestabile previsione dell’attuale Statuto Federale, sino a quando le calciatrici non vedranno modificato il loro “status”, acquisendo la qualifica di professioniste, non può crearsi una forma di aggregazione diversa da quella prevista dallo stesso Statuto, con conseguente necessità di far riferimento alla Lega Nazionale Dilettanti.
A meno - come nel caso concreto è avvenuto da parte del Commissario Straordinario della FIGC - di violare lo Statuto.
Trovo perciò singolare che da più parti si sia manifestato il proprio dissenso nei confronti della Corte Federale d’Appello della FIGC senza, peraltro, conoscere le motivazioni della decisione adottata, così come ritengo gravissimo che il Commissario Straordinario della FIGC abbia preannunciato di voler ricorrere al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI, impugnando non solo una decisione del massimo Organo di Giustizia Sportiva della sua stessa Federazione ma, oltretutto, mortificando l’autonomia e l’indipendenza dei componenti di quel Collegio atteso che, come prima ricordato, ad oggi non si conoscono nemmeno le motivazioni che, laddove contenessero riferimenti a violazioni dello Statuto, dovrebbero indurre lo stesso Commissario a mantenere un profilo di terzietà.
La L.N.D., come appare comprensibile, ha soltanto affrontato una questione che riguarda il rispetto delle regole, ed è pronta a farlo in tutte le sedi, anche al di fuori dell’ordinamento sportivo (TAR e Consiglio di Stato) se costretta a proseguire nel contenzioso.
Voglio infatti ricordare come all’indomani della decisione della Corte Federale d’Appello, ho manifestato la mia personale disponibilità, a nome dell’intera L.N.D., ad incontrare il Commissario Straordinario per risolvere bonariamente la questione nell’interesse dell’intero movimento calcistico femminile e che, ad oggi, non ho ricevuto alcuna richiesta in tal senso.
Da ultimo, voglio rassicurare le Società e le calciatrici, così come tutti gli appassionati, che sin dal primo momento la Lega Nazionale Dilettanti si è adoperata, attraverso i propri Uffici, per garantire che nessun disservizio si verificasse e tutta l’attività programmata venisse svolta nell’interesse dell’intero movimento calcistico femminile.
Come si è soliti dire, sarebbe ora che a parlare fosse …il campo !