Davide Leonardi: la favola di Insuperabili, 12 anni di calcio e inclusione che cambiano il mondo.

Davide Leonardi: la favola di Insuperabili, 12 anni di calcio e inclusione che cambiano il mondo.

A tu per tu con il fondatore e Presidente di Insuperabili Onlus, un movimento rivoluzionario di inclusione attraverso il calcio, anche in digitale (esports). In questa intervista esclusiva di fine anno, Davide Leonardi ci ha aperto il cuore e le porte del mondo di Insuperabili, raccontandoci come il calcio possa cambiare le vite e costruire un futuro sempre più inclusivo. Sin dal 2012, Insuperabili ha trasformato il sogno di rendere lo sport un motore di inclusione in una realtà concreta e vibrante, che oggi conta 19 sedi in tutta Italia, oltre 800 atleti e innumerevoli successi.

Con la F.I.G.C Lega Nazionale Dilettanti – Commissione eSport, gli Insuperabili sono stati pionieri nel calcio digitale della LND, dimostrando come la tecnologia possa abbattere ulteriori barriere. Leonardi ci racconta con passione la nascita del progetto, i momenti più emozionanti, le sfide affrontate e le ambizioni future, dal sogno di un impianto sportivo d'eccellenza all'impegno quotidiano per un mondo più inclusivo. Un viaggio che parla di sport, innovazione e soprattutto di persone straordinarie perché Leonardi non si ferma, puntando a un futuro ancora più inclusivo, dove lo sport possa cambiare le vite di tutti.

Presidente, può raccontarci la nascita di Insuperabili nel 2012 e qual è stato il momento in cui ha capito che stava prendendo forma qualcosa di speciale?

“Mi piace molto raccontare l’avvio perché sembra quello di una favola, come per molte scoperte importanti, anche Insuperabili nasce dalla casualità. Insieme a 2 amici, Ezio Grosso e Attila Malfatti (insieme a me i Fondatori di Insuperabili) stavamo cercando una scuola calcio per Michaela nipote di Attila e ragazza con Sindrome di Down convinti di trovarla in mezz’ora su Interne. Purtroppo non c’era niente. Quindi perché non crearla? Abbiamo studiato alcuni progetti stranieri, e insieme alle nostre competenze calcistiche e manageriali abbiamo deciso di creare una prima scuola calcio per persone con disabilità che avrebbe dovuto rispecchiare tutti i valori nei quali crediamo con l’ambizione di poter diventare un punto di riferimento in Italia e non solo e poter creare un vero e proprio movimento. Fortunatamente in quello stesso anno altre 2 importanti realtà hanno avviato un percorso analogo al nostro, Il Torino FD e il Pinerolo FD (oggi Juventus One) e quindi, da subito, il nostro obiettivo stava prendendo forma. Al termine della prima stagione la nostra scuola calcio contava 25 Atleti, la consapevolezza di poter insegnare calcio ad Atleti e non a persone con o senza disabilità è stata la chiave e la consapevolezza che la strada era quella giusta e che stavamo creando qualcosa di importante. Non mi è mai piaciuto il termine speciale, già dall’inizio, ma importante sì. Stiamo creando qualcosa di importante”.

Qual è la missione principale di Insuperabili oggi, dopo 12 anni di attività?

“Rendere il Mondo un posto più inclusivo, dove la disabilità è un qualcosa di naturale e poter diventare una fonte di ispirazione. Il nostro sogno è quello di diventare il migliore Club di Calcio PER il Mondo. Siamo al servizio del prossimo, lo facciamo giocando a calcio, cercando di ispirare ma badando molto al concreto e alla crescita di ogni individuo. Giocando cerchiamo di andare oltre”.

Insuperabili ha aperto ben 19 sedi in Italia. Cosa c'è dietro questa crescita così rapida e capillare?

“Banalmente potrei rispondere con le parole passione e motivazione ma sono solo alcuni ingredienti. Senza un’adeguata organizzazione e una struttura volta a fare impresa non saremmo arrivati a questi risultati. Penso che voler fare impresa nel Terzo Settore sia molto difficile ma altrettanto motivante e gratificante e penso che oggi sia l’unico modo per poter ottenere determinati risultati. Penso che la professionalità del nostro Team e la volontà di investire in ricerca, sviluppo e formazione sia fondamentale e stia alla base di questa crescita. Il capitale umano di cui gode Insuperabili è, insieme ai nostri Atleti e Atlete, la cosa di cui sono più orgoglioso”.

Creare un “movimento culturale” è uno degli obiettivi dichiarati. In che modo il calcio può diventare un veicolo per cambiare la percezione delle disabilità nella nostra società?

“Il Calcio può tutto! E’ una frase che ripeto spesso, soprattutto quando qualcuno mi dice “ma è solo calcio”. Il Calcio oltre al beneficio sportivo e agli aspetti educativi e valoriali è tra i canali comunicativi più forti di cui può godere il Mondo. Arriva a tantissime persone e a qualsiasi ceto sociale, non c’è niente di simile. Vedere degli Atleti con disabilità che praticano in maniera professionale questo sport è uno degli strumenti più importanti che abbiamo per far capire che le persone non sono solo la propria disabilità, ma sono quello che riescono a fare. L’invito è quello di iniziare a guardare con interesse al calcio paralimpico, perché non ha niente di meno rispetto al calcio più famoso”.

Quali sono stati i momenti sportivi più emozionanti vissuti dagli Insuperabili?

“Potrebbe non finire mai quest’intervista perché ogni volta che sono in campo con i nostri Atleti e con il nostro Team mi emoziono, perché per me il Calcio è soprattutto questo emozione. Dentro quest’emozione c’è l’entusiasmo, la gioia, l’impegno, il sacrificio, si nascondo occhi di sportivi che ci credono, che vogliono raggiungere il proprio obiettivo, che vogliono festeggiare. Rimanendo sul concreto sarei ipocrita se non citassi le vittorie, lo Scudetto del 2019 con la Categoria ID in FIGC DCPS, quello con la Categoria CP in FISPES nel 2023 e 2024 e quello di Calcio a 5 con la Categoria ID in FISDIR. Ma molto emozionanti sono anche state le prime 2 partite disputate dalle nostre Squadre Amputati e B1”.

Lei è stato inserito nella lista di Forbes come una delle 100 persone più influenti nel mondo dello sport. Cosa significa per lei questo riconoscimento, e come si riflette sul lavoro quotidiano con Insuperabili?

“Insieme alla premiazione del World Football Summit di Siviglia di qualche mese fa, è stato il riconoscimento più alto della mia carriera, un premio di cui ne sono orgoglioso e fiero. Riconosce il lavoro che insieme al mio Team e a tutta Insuperabili stiamo portando avanti dal 2012. Alcune volte mi capita di ripensarci ed essere veramente grato, ma penso che prevalga sempre la voglia di potersi confermare in quella lista, magari salendo anche qualche posizione, non come riconoscimento personale ma perché vorrebbe dire che stiamo continuando a perseguire il nostro obiettivo. Rappresento Insuperabili ma questi premi sono di tutti e rappresentano anche un po’ la benzina che ogni tanto serve”.

Il Metodo Insuperabili è stato scelto dalla Federazione Araba per formare coach per ragazzi con disabilità. Come si è sviluppata questa collaborazione internazionale, e quali risultati sta producendo?

“E’ stata una tappa fondamentale nel nostro percorso di crescita, sia per importanza che per blasone. Interloquire con un Governo e una Federazione fa aumentare la consapevolezza del lavoro che si sta svolgendo. Sono stati 15 giorni unici, abbiamo conosciuto una cultura diversa e capito quanto la forza del calcio sia universale e avvicina mondi apparentemente così distanti. Dopo l’Arabia abbiamo avuto la bravura e la fortuna di andare in Ungheria e in Spagna e capire quanto sia importante poter formare altre realtà per poter intraprendere un percorso come il nostro. L’Arabia ha rappresentato la consapevolezza e la voglia di non fermarci. Attualmente stiamo parlando con altre Nazioni di altri Continenti e non vediamo l’ora di poter affrontare una nuova sfida”.

Dal 2020 Insuperabili ha abbracciato il progetto esports della F.I.G.C Lega Nazionale Dilettanti. Come è nata questa scelta e in che modo il calcio digitale può essere un'opportunità per i vostri ragazzi?

La Lega Nazionale Dilettanti rappresenta il nostro mondo, qualsiasi sua iniziativa è presa da noi in seria considerazione e dove possibile cerchiamo di abbracciarla. Anche in questo caso i valori umani fanno la differenza e nel 2020 gli interlocutori Cristiano Muti e Francesco Ciavorella ci hanno invogliato ad intraprendere questo nuovo percorso che avevamo già in mente da qualche tempo. Il Calcio digitale è uno strumento che può facilitare l’abbattimento delle barriere e quindi penso sia un nostro dovere prenderlo in considerazione e cercare di svilupparlo al meglio. Abbiamo una squadra di 9 Atleti con diverse tipologie di disabilità che si allenano e giocano insieme sempre guidati dai nostri Team anche in questo caso costituiti oltre che da una parte sportiva anche da una psicologica e da una educativa. In questo momento siamo in una fase di stallo ma siamo fiduciosi di poter riprendere presto le attività sia di allenamenti che di partite perché abbiamo iniziato ad intravedere alcuni benefici nei nostri Atleti oltre al loro grande entusiasmo del poter giocare. Per tutto questo ringrazio la lungimiranza e la sensibilità del Presidente della LND Giancarlo Abete e del Presidente della Commissione Santino Lo Presti”.

I ragazzi degli Insuperabili hanno partecipato ad eventi come la Gaming Week a Genova il Torneo delle Regioni di Calcio a 5 in Calabria e il Forum Retail 2025 a Milano. Quanto contano queste esperienze per i vostri atleti, sia a livello sportivo che personale?

“Tanto. Ogni manifestazione è un momento per poter far conoscere la nostra realtà e il calcio per persone con disabilità quindi dobbiamo coglierle sempre con entusiasmo e professionalità. Sono momenti in cui possono nascere nuove collaborazioni e sicuramente utili confronti per poter crescere. Per i nostri Atleti sono momenti in cui si sentono riconosciuti e gratificati, quindi ancora una volta vinciamo veramente tutti”.

Nel 2025 inaugurerete le postazioni di gioco digitali nell’ambito del progetto della LND Vinciamo Insieme, nella sede principale di Torino. Cosa vi aspettate da questa nuova iniziativa e quale sarà l'impatto per i vostri atleti?

“Ci aspettiamo una nuova crescita. Pur usando il gaming ormai da anni, aspettiamo questo momento come un punto zero, come un nuovo inizio. Vogliamo farci trovare pronti e siamo sicuri che sarà una nuova occasione per poter dare la possibilità a nuove persone con disabilità di potersi affacciare alla nostra realtà”.

Guardando al futuro, quali sono i prossimi obiettivi che Insuperabili si pone per i prossimi 10 anni. C'è qualche sogno o progetto che spera di vedere realizzato?

“Vogliamo realizzare Casa Insuperabili, il nostro impianto sportivo, un impianto sportivo d’eccellenza per l’allenamento del calcio paralimpico e non, che possa accogliere manifestazioni Nazionali ed Internazionali e che possa diventare il fiore all’occhiello per la nostra Nazione. Dovrà essere un centro sportivo all’avanguardia aperto al pubblico e gestito da persone con disabilità. Vogliamo aumentare il numero di persone con disabilità che praticano sport e che si inseriscono nel mondo del lavoro. Siamo sicuri che questo impianto sportivo servirà per fare un ulteriore passo in avanti verso un Mondo più inclusivo”.

Cosa le dà la forza di continuare a portare avanti questo progetto ogni giorno?

“Posso sembrare banale, mi diverto e penso di essere una persona molto fortunata. Poter impattare, o comunque provarci, positivamente sulla vita delle altre persone è una grande responsabilità ma è anche un privilegio. Fare impresa è stimolante, farla nel terzo settore aggiunge probabilmente una gratificazione maggiore. Per un amante del calcio essere il Presidente di un Club così ambizioso è un qualcosa di impagabile che quotidianamente porta entusiasmo e la voglia di superare tutte le difficoltà che è normale ci possano essere. Penso che la positività e la propositività che cerchiamo di insegnare e che apprendiamo quotidianamente rappresenti un circuito virtuoso tra noi e i nostri atleti che si autoalimenta in continuazione”.

C'è un episodio particolare che rappresenta per lei il senso di tutto questo lavoro?

“Vedere i nostri Atleti realizzarsi nella loro vita. Alcuni di questi li abbiamo conosciuti bambini e li stiamo accompagnando nella vita adulta. Questo mi fa capire l’importanza di quello che stiamo facendo. Il senso di tutto questo lavoro però è anche dato dai sorrisi dei miei collaboratori. Uno dei miei principali obiettivi è rendere felici e soddisfatti i miei collaboratori, spero che un giorno si possa dire che Insuperabili sia un bel posto dove poter lavorare. Avere colleghi felici, appagati e motivati ha solo una conseguenza: migliorare il lavoro che quotidianamente facciamo per le persone con disabilità”.

Se potesse mandare un messaggio ai ragazzi e alle famiglie che vi seguiranno, cosa direbbero loro oggi?

“Prima di tutto li ringrazierei perché senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile e non lo sarebbe tutt’ora. Gli direi che stiamo crescendo insieme e che stiamo portando un cambiamento positivo nel Mondo, che dobbiamo esserne orgogliosi e fieri. Aggiungerei che spesso parlando di disabilità le persone si accontentano, ma Insuperabili vuole insegnare che non dobbiamo accontentarci, soprattutto non della mediocrità, che dobbiamo puntare all’eccellenza e che quando non la raggiungiamo dobbiamo semplicemente riprovarci e/o provarci in una maniera diversa. Siamo gli obiettivi che raggiungiamo o che proviamo a raggiungere, non solo le caratteristiche che abbiamo o non abbiamo. Colgo inoltre l’occasione per fare i miei migliori auguri a tutti, in vista di un nuovo anno che spero continui a regalarci soddisfazioni e emozioni in nome della più autentica inclusione sociale”.  

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