Porrini: 'La Serie D sempre più competitiva'

Sergio Porrini dopo l’esperienza in Serie A con l’Atalanta dal 2013 al 2016, prima nella conduzione tecnica degli Allievi Nazionali poi come collaboratore di Edoardo Reja, da due stagioni è tornato nei dilettanti con il Crema, lo scorso anno in Eccellenza (vinta) ed ora in D (da poco dimissionario).

Mister come ha ritrovato la Serie D?
“E’ un campionato che è cresciuto tantissimo sotto tutti i punti di vista, tecnico, tattico e nella qualità dei singoli. Le squadre sono molto organizzate, d’altronde chi vince il girone viene promosso in una C unica, tra la B e la D c’è solo un gradino”.

Ha iniziato la carriera da allenatore nei settori giovanili di club della LND quando poteva puntare fin da subito a una prima squadra.
“Scelta voluta, credo sia un’esperienza che tutti gli allenatori dovrebbero fare. I ragazzi ti chiedono molto ma ti danno altrettanto. Nelle società dilettantistiche trovi giovani con percorsi diversi, chi è stato scartato dalle Primavere professionistiche, chi è in rampa di lancio, chi non conosce ancora tutto il suo potenziale. Non basta essere un allenatore solo sul campo, bisogna avere una sensibilità particolare, la componente psicologica è importante per gestire un gruppo eterogeneo”.

L’ha aiutata il nome?

“Quando sei sul campo con i ragazzi non conta quanto hai vinto da calciatore con la Juventus, la carriera passata trai professionisti, il blasone che ti porti dietro. I giovani ti pesano subito, ti giudicano per quello che sai fare sul campo, il tuo metodo, la tua capacità di gestire le situazioni, la tua competenza. Il passato non conta, è giusto così. Le esperienze con il Pizzighettone e il Pergocrema mi hanno fatto crescere molto”.

I suoi primi otto anni da allenatore li ha vissuti tutti con i sodalizi della provincia di Crema e Bergamo. E’ un caso?

“E’ una scelta voluta, da calciatore ho girato l’Italia e l’Europa. Avevo bisogno di tornare a casa soprattutto per la mia famiglia. Sono molto attaccato alla mia terra, è un aspetto che coinvolge molti allenatori di una Serie D che esalta le capacità della provincia italiana. Non è stata una scelta di ripiego, ho trovato tanta professionalità e dedizione al lavoro, società organizzate che sanno fare calcio”.