Michele Baldi: i giovani, il futuro del calcio

Michele Baldi è uno degli allenatori più giovani della Serie D, a 45 anni si sta cimentando per la prima volta sulla panchina del Belluno nella quarta serie dopo essersi fatto le ossa nei campionati regionali e nelle squadre giovanili del Bassano. La Serie D la conosce bene da giocatore, ad inizio e fine carriera ha calcato i campi del #Campionatoditalia, nel mezzo tanto professionismo ad ottimi livelli.
La società bellunese e il mister hanno condiviso fin da subito la mission del club.
“Il Belluno è una sorta di Atletico Bilbao del calcio italiano, quindici dei ventidue giocatori della rosa attuale sono bellunesi. Puntare sui giocatori nati, cresciuti e formati sul territorio è una filosofia che ha reso grande questa società capace di vivere e contare solo sulle proprie risorse. Inoltre il Belluno punta sui giovani perché ci crede, non per necessità”.
I risultati sembrano dare conforto alla mentalità del sodalizio presieduto da Alberto Lazzari.
“Abbiamo concluso il girone d’andata al 6^ posto, non possiamo lamentarci. Dopo aver incontrato tutte le squadre posso dire che tre o quattro club hanno qualcosa in più di noi. Abbiamo commesso qualche ingenuità, possiamo fare meglio, i Play Off sono alla nostra portata”.
Le caratteristiche di questo Belluno?
“La squadra è una bella miscela di giovani interessanti e giocatori esperti attaccati alla maglia. Il gruppo si fonda su un nucleo costruito e rafforzato negli ultimi quattro anni. A Belluno si può fare calcio senza troppe pressioni, c’è il giusto interesse da parte della piazza ma non si va mai oltre. Si può lavorare con serenità. Ciò non toglie che gli obiettivi sono ambiziosi, devono esserlo perché senza stimoli non si migliora. Per il Belluno è impossibile accontentarsi”.
Torniamo sui giovani, un argomento in cima alla lista dell’agenda societaria.
“Posso contare su 4/5 juniores di sicuro affidamento. Se continuiamo a giocare così nel girone di ritorno ci sarà spazio anche per giocatori classe 2001. Al di là del lavoro sul campo è inutile girarci troppo intorno, con i giovani si va ad annate, alcune sono più felici altre meno generose”.
Le esperienze passate nei settori giovanili possono essere d’aiuto nella gestione di una prima squadra?
“Un allenatore deve cogliere il meglio da ogni opportunità. Con i giovani ci vuole pazienza, hanno il diritto di sbagliare a patto che imparino dagli errori commessi. Si può sperimentare, i ragazzi ti seguono se hai le idee chiare, il risultato non è un assillo, si può programmare al di là dei numeri. Con la prima squadra il risultato è la priorità anche se a volte non è il frutto del lavoro settimanale. Si lavora non solo su se stessi ma anche in funzione dell’avversario. A Belluno ho la fortuna di poter contare su giocatori maturi che mi aiutano nel gestire in campo gli juniores. Abbiamo creato un bel gruppo che può solo migliorare”.
Michele Baldi chiude l’intervista lanciando uno spunto di riflessione
“Fino a qualche anno fa nelle partite dei campionati amatoriali c’erano solo calciatori un po’ attempati e appesantiti dopo aver terminato la carriera. Ora quando vado in campo con la squadra dei miei amici vedo ragazzi di 22/23 anni, non è un buon segno. Sono giovani disillusi che hanno mollato troppo presto. Se vogliamo rilanciare i nostri vivai ed assicurare un futuro al calcio dobbiamo recuperare anche quei ragazzi che hanno bisogno di tornare a credere in loro stessi”.