Zurlo fa 200 col Catania, storia di un campione strepitoso: “Il più bello? Quello che deve ancora venire…”

Zurlo fa 200 col Catania, storia di un campione strepitoso: “Il più bello? Quello che deve ancora venire…”

Un campione infinito, un traguardo raggiunto con gol fatti in ogni modo: di rapina, in rovesciata, di istinto e con quella girata dopo un movimento a mezzaluna che è ormai da anni diventato il “gol alla Zurlo”. Emmanuele Zurlo festeggia i suoi 200 gol con la maglia rossazzurra del Catania con una meraviglia nella partita vinta 9-3 contro l’Alsa Lab Napoli. “Il gol più bello e quello più importante? Non lo so, dico sempre che il miglior gol è quello che deve ancora venire”, commenta così dopo il match il bomber dei siciliani e della Nazionale azzurra.


L’abbraccio splendido con Gabriele Gori, suo compagno in attacco nel Catania e nell’Italia, testimonia un legame fortissimo fra i due, nonostante ci sia “sana competizione” per guadagnare più minutaggio in campo. “Il gol è il pane di un attaccante, lo è sia per me che per lui. Io e Gabri coesistiamo sempre ovunque giochiamo, c’è stima e rispetto reciproco. Questa è la nostra forza: ci aiutiamo spesso e ci abbracciamo sempre, in tutte le partite”.


Sono 200 in 8 anni, e chissà che Emmanuele non ne possa fare altri 200, sempre con la stessa maglia. “Per scaramanzia non prometto niente, so che ho fatto questi gol con una maglia e una squadra che amo. Spero di farne altri per la storia che ha il Catania nel Beach Soccer, per l’importanza di questo team”. Il Catania è secondo in regular season in Poule Scudetto, alle spalle del Pisa già aritmeticamente primo. Una squadra, quella di Marcelo Mendes, zeppa di fuoriclasse. “Non so se questo è il miglior Catania in cui io abbia mai giocato, so che però il presidente ha una passione smisurata e costruisce sempre squadroni. Per me è ancora più difficile però, perché contro di noi è per tutti la partita della vita. Per questo, per vincere, dobbiamo dare il 300%”. E intanto lui è già arrivato a 200… and counting come direbbero gli americani. Perché, come dice Zurlo, il migliore sarà il prossimo.